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Il nuovo film di Andrea Adriatico “Torri, checche e tortellini” al Torino Gay&Lesbian Film Festival

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TORRI, CHECCHE E TORTELLINI
IL NUOVO FILM DI ANDREA ADRIATICO AL TGLFF

Il Torino Gay&Lesbian Film Festival presenta il nuovo film documentario di Andrea Adriatico dal titolo Torri, checche e tortellini. Appunti per una storia senza storia dell’omosessualità del 900, dedicato alla nascita negli anni ’80 del primo circolo gay italiano all’interno di un edificio pubblico: il Cassero di Porta Saragozza a Bologna.
Il film è prodotto da Cinemare, con il sostegno della Emilia Romagna Film Commission.

C’è un famoso detto storico a Bologna, un detto che viene raccolto nel motto “la città delle tre T”, torri, tette e tortellini.
Ma nel 1982, per un momento lungo più di trent’anni, la buona politica, quella chiamata a scegliere per l’evoluzione sociale, quella chiamata a sostenere equità e diritto, sovrappose alla seconda T di quel motto gaudente, una C: quella delle checche.
Così a Bologna le tette restarono sempre di grande appeal, ma anche le checche finalmente lì trovarono una casa… e che casa: una Torre, quella di una porta bastione di ingresso alla città, dedicata a Saragozza, la città spagnola con cui Bologna condivise gli albori della sapienza universitaria. Una Torre molto speciale, dedicata alla Madonna di San Luca, protettrice del capoluogo emiliano.
Il film di Andrea Adriatico TORRI, CHECCHE E TORTELLINI ripercorre la storia dell’insediamento del movimento omosessuale nel primo circolo pubblico che l’Italia osò concedere in anni difficilissimi ad una comunità che cominciava una marcia di visibilità mai più arrestata.
E lo fa così lo spirito della ricostruzione di un racconto che è al contempo testimonianza sociale e riflessione politica, intervistando i protagonisti di quel momento, politici come Walter Vitali o Sandra Soster, all’epoca assessori alla Cultura e ai Giovani della città, accanto ai primi presidenti del circolo 28 giugno che ebbe in gestione la struttura, Marco Barbieri, Beppe Ramina, Diego Scudiero, giornalisti come Domenico Del Prete, intellettuali come Stefano Casi, che fondò il primo Centro di Documentazione Omosessuale in Italia proprio al Cassero e i tanti attivisti che attraverso una sovversiva attività culturale, guidata da un portentoso direttore artistico a tutti noto come la Cesarina, al secolo Stefano Casagrande, diedero vita ad una stagione senza precedenti che fece diventare per l’appunto la città delle tre T anche una meta ambitissima dagli omosessuali di ogni parte d’Italia. Proprio con le attività culturali vennero fuori talenti come Alessandro Fullin, oggi mattatore televisivo e scrittore molto conosciuto e apprezzato o Valerie Taccarelli, la trans che ispirò il celebre brano “Alexander Platz” di Franco Battiato e Alfredo Cohen, anche loro protagonisti del film.
Su tutto il desiderio di mettere a fuoco testimonianze straordinarie, come una lettera su Bologna di Mario Mieli, grande ideologo del primo movimento omosessuale italiano morto suicida nell’85, le cui parole tornano interpretate da Eva Robin’s, o la toccante attualizzazione a cui si è prestato uno scrittore come Marcello Fois nel rileggere un fondo pubblicato da Roberto Roversi su “l’Unità” in quel fatidico 1982.

Il film è prodotto da Cinemare produzioni in collaborazione con l’Emilia Romagna Film Commission e con l’utilizzo del credito d’imposta.
Il brano portante della colonna sonora, come forse naturalmente e necessariamente doveva essere, è la canzone “Bologna” di Francesco Guccini (con gentile concessione dell’autore) scritta proprio in apertura degli anni ’80 e diventata testimonianza in musica di una propensione alla buona politica gaudente di una città segnata dallo stragismo e da un durissimo 1977.

Andrea Adriatico è al suo secondo documentario, dopo +o- il sesso confuso. racconti di mondi nell’era aids (firmato nel 2010 con Giulio Maria Corbelli). Fondatore di Teatri di Vita e regista di spettacoli da testi, tra gli altri, di Pasolini, Koltès, Copi, Jelinek, Andrea Adriatico ha realizzato diversi cortometraggi (presentati tra l’altro alla Mostra del Cinema di Venezia) e due lungometraggi: Il vento, di sera (2004), presentato al Festival del Cinema di Berlino e premiato al Roseto Opera Prima Film Festival, e All’amore assente (2007), presentato al London International Film Festival e premiato al Festival del Cinema Italiano di Annecy.

La prima proiezione pubblica è prevista il 3 maggio 2015 al Torino Gay&Lesbian Film Festival, la più importante manifestazione italiana dedicata alla cinematografica LGBT, naturale palcoscenico per presentare appunti di memoria di uno dei momenti cardine nella storia del movimento gay italiano.

(Comunicato stampa del 15 aprile 2015)